Indaco: il segreto che rende blu i jeans

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Indaco: il segreto che rende blu i jeans

Ti sei mai chiesto da dove nasce il colore iconico dei jeans?
Deriva dall’indaco, un pigmento antico e affascinante che, una volta fissato alle fibre di cotone, regala al denim la sua inconfondibile tonalità blu e la capacità di invecchiare in modo unico. Dal campo alla tintoria, la storia di questa molecola attraversa botanica, chimica e cultura pop.


Che cos’è l’indaco
L’indaco è un colorante naturale famoso per il suo tipico blu intenso. In pratica, esiste in due forme:

  • Blu (ossidata): così com’è, non si scioglie in acqua.

  • Incolore (ridotta, detta “leuco-indaco”): in questa versione sì, si scioglie; basta poi esporla all’aria perché torni blu.

La molecola è fatta da due “anelli” collegati fra loro: quando si ossida, questa struttura piatta riflette la luce e ci mostra quel blu profondo che conosciamo dai jeans.


Dalla pianta alla polvere blu
Per migliaia di anni il colorante indaco si è ricavato da una pianta chiamata Indigofera tinctoria (e da altre simili). Ecco, passo dopo passo, come le foglie verdi diventano una polvere blu:

  • Raccolta delle foglie
    Le foglie fresche contengono una sostanza incolore chiamata indicàn.

  • Bagno in acqua e fermentazione
    Le foglie vengono immerse in grandi vasche piene d’acqua. Qui, grazie a enzimi naturali, l’indicàn si trasforma in un composto detto indoxil.

  • Agitazione e contatto con l’aria
    A questo punto si agita il liquido. L’ossigeno dell’aria reagisce con l’indoxil, che “si ossida” e si trasforma in minuscoli cristalli di indaco blu.

  • Raccolta dei cristalli
    I cristalli blu precipitano sul fondo. Vengono raccolti, pressati in piccoli mattoni e lasciati essiccare.

  • La polvere blu
    Una volta secchi, questi mattoncini si sbriciolano facilmente in una polvere di colore blu intenso: è quella che, da secoli, viaggia verso tintorie e laboratori per tingere tessuti, e specialmente i jeans!


Dal leucoindaco al denim
Per tingere il denim occorre prima rendere l’indaco solubile. In un tino leggermente alcalino si aggiunge un agente riducente (un tempo idrosolfito di sodio, oggi anche sistemi elettrochimici) che trasforma il pigmento blu in leuco-indaco, giallo-verdastro e finalmente scioglibile.

Il cotone vi viene immerso, assorbe la soluzione e, non appena riemerge, l’ossigeno dell’aria riconverte il colorante alla forma ossidata: sotto i nostri occhi la fibra si fa blu.
Basta ripetere il ciclo bagno-aria per ottenere sfumature sempre più profonde, fino al classico blu dei jeans.


Indaco naturale vs indaco sintetico
A fine XIX secolo l’industria chimica sviluppò l’indaco sintetico partendo dall’anilina, offrendo costi stabili e purezza costante. Oggi oltre il 90% del denim è tinto con indaco sintetico. Tuttavia, la filiera dell’indaco naturale sta vivendo una rinascita: pratiche agricole rigenerative, tracciabilità corta e riduttori biologici (glucosio o batteri) riducono l’impatto ambientale e mantengono l’aura artigianale che molti appassionati ricercano.


Il fascino che si scolpisce nel tempo
L’indaco non invade le fibre come fanno i coloranti chimici moderni: si posa sulla loro superficie, come una carezza di blu. Ogni piega, ogni passo, ogni sfregamento rimuove minuscoli veli di pigmento, disegnando sfumature chiare e “whiskers” che raccontano la tua storia e solo la tua.

È questo il motivo per cui i cultori scelgono selvage denim grezzo: indossarlo, viverlo, lasciarlo scolorire per mesi prima di un primo lavaggio significa trasformare un semplice paio di jeans in un pezzo assolutamente irripetibile.


Il futuro blu secondo PATRIÓT
Per noi di PATRIÓT la storia e la scienza dell’indaco sono più che curiosità: sono parte di ciò che rende speciale ogni paio di jeans.
Crediamo in un denim capace di fondere tradizione e visione contemporanea, pronto a seguire il tuo stile di vita e ad acquisire carattere nel tempo.

Scopri di più nella sezione Jeans del nostro sito e lasciati ispirare dalle nuance di blu che accompagneranno le tue prossime avventure.

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